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Come tutti sanno, per iniziare a svolgere un’attività indipendente è necessario aprire una posizione IVA, e ottenere il relativo numero di partita IVA, in modo da potere emettere regolari fatture ed operare in conformità alle norme legislative e fiscali. Le fatture, come è noto, sono documenti commerciali e fiscali obbligatori che ogni professionista, commerciante o azienda, deve obbligatoriamente emettere al fine di regolarizzare e attestare la vendita di beni o la prestazione di servizi, identificando al contempo i soggetti coinvolti nell’operazione commerciale e il valore della transazione.
L’apertura di una posizione IVA regolare non riguarda ovviamente solo le società, ma chiunque desideri svolgere un’attività sotto forma di libera professione.
In Cosa Consiste l’IVA
Con il termine di IVA si intende l’Imposta sul Valore Aggiunto, si tratta di un’imposta che viene applicata sul valore aggiunto di beni e servizi durante le operazioni di compravendita e scambio. Per capire meglio cosa si intenda con valore aggiunto, occorre considerare che ogni elemento oggetto di scambi commerciali, durante i diversi passaggi dal momento della produzione fino al consumo o alla fruizione finali, subisce un continuo incremento di valore, definito appunto come valore aggiunto. L’IVA, calcolata proprio su questo incremento di valore, è un’imposta sui consumi che viene applicata, con aliquote variabili in relazione al tipo di prodotto, durante le operazioni di acquisto e di vendita. In sostanza, se un prodotto viene creata con un certo valore e viene venduto ad un valore superiore, l’IVA colpirà la differenza tra i due valori.
Commercianti, liberi professionisti e aziende, per adempire agli obblighi fiscali, quando effettuano un’operazione di vendita di beni o di servizi devono addebitare l’IVA, in relazione all’aliquota prevista per il tipo di attività e di prodotto. Questo addebito, detto obbligo di rivalsa, vale anche, al contrario, nelle operazioni di acquisto, il soggetto che acquista un bene o un servizio, in aggiunta al prezzo stabilito, dovrà sostenere il costo della percentuale di IVA prevista dalla normativa fiscale di riferimento. La base imponibile per il calcolo dell’IVA è il corrispettivo che il venditore o prestatore del servizio addebita al proprio cliente, e l’aliquota varia dal 4%, previsto per i generi di prima necessità e per alcuni settori produttivi particolari, al 10%, fino al 22%, è questa l’aliquota corrente per la maggioranza dei prodotti presenti sul mercato. A questo proposito, occorre ricordare che, rispetto ad altri paesi europei, l’aliquota IVA italiana è piuttosto elevata.
Durante le operazioni di acquisto e di vendita, occorre quindi distinguere i due soggetti coinvolti nel pagamento del contributo IVA, il consumatore finale, contribuente di fatto, ovvero la persona che acquista, e il venditore, imprenditore o professionista, contribuente di diritto, che vende o cede la propria opera. In queste operazioni, al consumatore finale spetta il pagamento dell’IVA anche se, nei termini fiscali, non ne rappresenta il soggetto passivo, i cui obblighi spettano invece al venditore.
Pagamento IVA
Ogni volta che un fornitore d’opera, azienda o libero professionista, vende il proprio lavoro, applica al prezzo l’aliquota corrispondente Iva relativa al tipo di prodotto, e il cliente, da parte sua, pagherà sia il valore del bene o servizio acquistato che l’importo ottenuto dal calcolo dell’IVA. Il fornitore verserà al fisco italiano l’importo dell’IVA ottenuta dai clienti al netto dell’IVA che egli ha pagato per acquistare a sua volta beni e servizi necessari allo svolgimento della propria attività. Questo significa che il fornitore è il soggetto passivo d’imposta nelle operazioni di vendita, e può detrarre l’IVA delle fatture di acquisto da quella che egli addebita al cliente sulle fatture di vendita. In questo modo il fornitore, nei confronti dell’IVA, è un soggetto neutrale, visto non ha guadagnato e non ha perso nulla. Ovviamente, nel caso in cui anche il cliente fosse un professionista, a sua volta in possesso di posizione IVA, il meccanismo proseguirebbe a catena.
Versamento IVA
Chiunque sia titolare di partita IVA è obbligato alla liquidazione periodica di questa imposta, ovvero al calcolo dell’IVA a credito o a debito riferita ad un certo periodo di tempo. La liquidazione dell’IVA avviene mensilmente o trimestralmente, il calcolo viene effettuato tramite la tenuta dei registri IVA, obbligatoria per legge. La liquidazione mensile dell’IVA deve essere effettuata entro il 16 del mese successivo, mentre la liquidazione trimestrale si suddivide in quattro periodi con scadenza entro il 16 maggio per il primo trimestre, entro il 16 agosto per il secondo trimestre, entro il 16 novembre per il terzo ed entro il 16 marzo successivo per il quarto, con relativo conguaglio annuale. Per il pagamento delle imposte potrebbe comunque verificarsi la possibilità di usufruire di termini più prolungati, in base alla propria dichiarazione dei redditi. Il versamento trimestrale prevede un interesse dell’1%, e la liquidazione dell’imposta avviene calcolando la differenza tra l’IVA incassata con le fatture emesse e l’IVA pagata acquistando beni o servizi, ovviamente, nel caso in cui il risultato fosse a credito, non occorre effettuare unversamento..
Se dal calcolo dell’Iva il risultato ottenuto sarà a debito, la differenza dovrà essere versata all’Agenzia delle Entrate tramite il modello di pagamento F24. Nel caso in cui, al contrario, il risultato fosse a credito, tale importo verrà portato in detrazione nel periodo o, in alcuni casi, se le condizioni lo consentono, richiesto come rimborso o utilizzato a compenso di altri tributi che il contribuente deve versare.
Entro il 27 dicembre, i titolari di partita Iva dovranno versare allo Stato anche l’acconto relativo all’imposta da pagare nell’anno successivo, in genere pari all’88% di quanto è stato versato in precedenza, tuttavia esistono diversi metodi per calcolare l’importo dell’acconto da versare, che possono variare in relazione al reddito e alle preferenze. La tenuta dei registri, il calcolo dell’imposta da versare e degli acconti e la gestione degli altri eventuali libri contabili avviene tramite il commercialista.