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n questa guida spieghiamo come funziona l’assegno postale e quali sono le caratteristiche principali di metodo di pagamento.
Se sei un correntista di Poste Italiane, sappi che si tratta di una soluzione molto comoda per pagare qualsiasi servizio o prodotto. Di contro, è probabile che tu abbia alcuni dubbi in merito agli assegni postali, e prima di usarli vorresti avere le rispettive risposte. Non devi preoccuparti, perché qui di seguito potrai apprendere ogni informazione relativamente a questo titolo di credito.
Cosa Sono gli Assegni Postali
Gli assegni postali, come già anticipato, sono titoli di credito equiparati ad un comune assegno bancario, DPR 298/2002.
Poste Italiane, oltre ad essere un servizio di spedizioni, è infatti anche un intermediario finanziario che permette ai consumatori l’apertura di un conto corrente. Naturalmente Poste Italiane include nei servizi collegati anche la fornitura di un libretto degli assegni, i quali possono essere trasferibili , per cifre entro 999,99 euro, o non trasferibili, da 1.000 euro a salire, come da D.lgs. 231/2007.
Assegno Postale Vidimato o Circolare
Iniziamo mettendoci nei panni di una persona che riceve un assegno postale come pagamento di una vendita o di un debito. Se è il tuo caso, di sicuro ti starai chiedendo se l’assegno può essere considerato sicuro, cioè se quando passerai a riscuotere troverai effettivamente quella somma resa disponibile da chi dovrebbe pagarti.
Trattandosi di un titolo di credito equiparabile ad un assegno bancario, i problemi relativi alla mancata copertura rimangono i medesimi. Il che significa che in caso di assegno postale ordinario non puoi avere la certezza di ciò, dato che questa forma di pagamento si fonda in grande parte sulla fiducia tra acquirente e venditore.
Di contro, questo non significa che devi per forza basarti su un rapporto di fiducia, dunque puoi anche decidere di chiedere delle garanzie a supporto del pagamento. In questo caso puoi chiedere al pagatore di pagarti con un assegno postale vidimato, che equivale al comune assegno circolare bancario.
La vidimazione può essere richiesta da chi emette l’assegno recandosi in un ufficio di Poste Italiane, e viene eseguita da uno degli impiegati. Grazie alla vidimazione, il dipendente di Poste Italiane verificherà la presenza sul conto postale di chi emette l’assegno di una cifra a copertura dell’importo e provvederà a effettuare l’addebito sul conto del cliente. In pratica, l’assegno vidimato viene emesso dopo la conferma, da parte di Poste, della presenza della cifra da corrispondere. Di conseguenza, gli assegni vidimati garantiscono la copertura dell’importo e sono sicuri, visto che non possono essere scoperti.
Il costo per la apposizione della vidimazione è di 0,62 euro ad assegno, mentre non si applicano spese e commissioni particolari per la riscossione di un assegno postale vidimato.
Il termine entro il quale il beneficiario può riscuotere l’assegno circolare postale risulta essere di due mesi dalla data di sua vidimazione. Una volta trascorso questo periodo, non è più possibile incassare il titolo presso un ufficio di Poste Italiane, ma bisogna rivolgersi direttamente al traente.
Assegno Postale Trasferibile e Assegno Postale non Trasferibile
Abbiamo già accennato al discorso relativo alla possibilità di trasferire o meno un assegno postale.
Occorre comunque approfondire il tema, dato che la legge antiriciclaggio impedisce l’emissione di un assegno trasferibile per cifre superiori ai 999,99 euro. In sintesi, in caso di presenza di importi pari o superiori a 1000 euro, l’assegno può essere emesso solo con la clausola non trasferibile e l’unico con il diritto di incassare l’assegno è il beneficiario indicato nel titolo di credito.
In secondo luogo, per assegni relativi a somme inferiori a 1000 euro è possibile chiedere che l’assegno sia emesso senza la clausola di non trasferibilità, ma bisogna versare un’imposta di bollo da 1,50 euro.
Come Compilare un Assegno Postale
La compilazione di un assegno postale è equiparabile a quella di un assegno bancario. In altri termini, la compilazione del titolo di credito prevede l’inserimento delle seguenti informazioni.
-Luogo di emissione
-Data di emissione
-Importi in euro, sia in cifra che in lettere. A questo proposito, nell’indicazione in cifra bisogna specificare, dopo la virgola, i centesimi, anche nel caso in cui l’importo non abbia decimali. In quest caso devi indicare due zeri dopo la virgola. Esempio, 124 euro e 56 centesimi si scrive 124,56 mentre 124 euro si scrive 124,00. Quando compili l’importo in lettere devi riportare l’indicazione dei centesimi espressi in cifre, separati con una barra. Esempio, 124 euro e 56 centesimi si scrive centoventiquattro/56 mentre 124 euro si scrive centoventiquattro/00.
-Nome e cognome di chi ne beneficerà
-Firma di chi emette l’assegno
Ricordiamo che emettere un assegno in bianco, senza data e beneficiario, è vietato perché ritenuto un’evasione fiscale per l’imposta di bollo. L’assegno in bianco, infatti, perde la sua funzione, che è quella di rappresentare un ordine alla banca di pagare una specifica cifra al beneficiario, entro una determinata data, e viene invece utilizzato come garanzia di un pagamento. Questa risulta essere però la funzione della cambiale che, a differenza dell’assegno, sconta l’imposta di bollo.
Come Incassare un Assegno Postale
A differenza di quanto alcuni possono pensare, l’assegno postale non si riscuote esclusivamente presso uno degli sportelli di Poste Italiane, ma anche tramite la banca in cui si dispone di un conto corrente. Come spiegato in precedenza, l’assegno postale è un metodo di pagamento equiparato all’assegno bancario.
La riscossione di un assegno postale presso un ufficio postale può avvenire in contanti o tramite versamento su un conto corrente o postale di cui si è titolari. Attenzione, se l’assegno è emesso con clausola di non trasferibilità, la riscossione può avvenire solo ad opera dell’intestatario dell’assegno.
Assegno Postale Impagato o Scoperto
Molto spesso sentiamo parlare di assegni scoperti o a vuoto e ci chiediamo esattamente cosa significhi tutto questo. Purtroppo la questione è molto semplice, viene chiamato così un assegno che non può essere incassato dal beneficiario perché sul conto del debitore non si trova un importo sufficiente per coprire quel pagamento. La mancanza di fondi, dunque, è uno dei rischi maggiori per chi riceve un assegno postale non vidimato.
Vediamo cosa succede quando si presenta questa situazione. In primo luogo è l’istituto bancario a contattare il debitore e a invitarlo a procedere ad un versamento per la copertura del debito. Risulta essere chiaro che anche tu, con tutta probabilità, contatterai quella persona per avere conto e ragione di quanto accaduto. A quel punto sta al debitore decidere cosa fare, e le possibilità sono sostanzialmente due, può scegliere di non coprire il proprio debito, rischiando dunque il protesto, oppure procedere al versamento.
Da sottolineare che, quando viene emesso questo versamento riparatore, il ricevente dovrà nuovamente recarsi in filiale per incassare l’assegno. Non a caso l’operazione viene definita incasso in seconda presentazione e prevede il pagamento di una penale del 10% da parte del debitore. Di conseguenza, se il debito era di 2000 euro, il versamento dovrà corrispondere ad una cifra pari a 2200 euro, cioè 2.000 euro più il 10%.
Essendo gli assegni postali veri e propri titoli esecutivi, chi ne emette uno scoperto e non provvede al versamento della somma necessaria per la copertura rischia diverse conseguenze negative. Per iniziare, l’iscrizione al registro dei cattivi pagatori della Banca d’Italia, chiamato CAI, Centrale Allarme Interbancaria.
In secondo luogo, dato che l’assegno postale è un titolo esecutivo, è comunque protestabile.
Protesto di un Assegno Postale
Un assegno protestato è un assegno nei cui confronti è stato avviato un procedimento che attesta il mancato pagamento della somma in esso specificata.
Il protesto è infatti un atto che porta alla pubblica conoscenza che un titolo di credito, come l’assegno, non è stato pagato alla scadenza. Per tutelare i soggetti che intrattengono rapporti economici con il soggetto che viene protestato, il protesto è oggetto di pubblicità che si realizza tramite l’iscrizione nel Registro informatico dei protesti tenuto dalla Camera di Commercio competente per territorio.
Per effetto del DPR 298/2002 tutte le disposizioni relative agli assegni bancari si applicano anche agli assegni postali, inclusa la normativa che regola il protesto.
Tra le sanzioni che sono previste a carico del protestato, nel caso in cui la giacenza disponibile sul conto corrente risulti insufficiente a coprire l’assegno, vi è anche una pena pecuniaria che varia da un minimo di 516 a un massimo di 3.098 euro. Se l’assegno è di importo superiore ai 10.329 euro o nei casi di reiterazione della violazione, la sanzione è elevata da un minimo di 1.032 euro a un massimo di 6.197 euro.
L’assegno protestato, anche se viene pagato entro 60 giorni dalla data di presentazione all’incasso, deve rimanere pubblicato almeno per un anno nel Registro Informatico dei protesti. Per gli assegni protestati, e pagati entro 60 giorni, non è infatti possibile evitare la pubblicazione del protesto. Per ottenere la cancellazione è necessario ottenere il provvedimento di riabilitazione tramite ricorso al presidente del tribunale competente, cioè quello della circoscrizione in cui risiede il debitore protestato.
Il ricorso può essere presentato non prima di un anno dalla data del protesto.
Dopo che è stato ottenuto dal Tribunale il decreto di riabilitazione, è necessario presentare la domanda di cancellazione all’ufficio protesti della Camera di Commercio della provincia dove è stato pubblicato il protesto.
La cancellazione dei dati del protesto avviene entro 20 giorni dalla data di presentazione dell’istanza.