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In questa guida spieghiamo cosa sono i pronti contro termine.
Vediamo inoltre quanto rendono e cerchiamo di capire se questo tipo di investimento conviene.
Caratteristiche Pronti Contro Termine
I pronti contro termine, noti anche come P/T o PCT, rappresentano uno strumento di risparmio e di investimento a breve periodo il cui meccanismo è piuttosto complesso. Sono ancora oggi abbastanza diffusi e, se confrontati con altri prodotti finanziari, possono essere considerati relativamente vantaggiosi.
In sintesi, si tratta di un contratto con cui la banca, o una società intermediaria, a fronte del versamento di una certa somma propone in prestito temporaneo un pacchetto di titoli finanziari, riacquistandoli allo scadere del contratto stesso secondo quanto stabilito di comune accordo.
Per tutta la durata dell’investimento, il cliente deve quindi tenere i titoli sottostanti all’operazione depositati presso un apposito conto aperto presso la stessa banca venditrice.
In genere, si tratta di contratti con scadenza a breve termine e comunque mai superiori ai dodici mesi, visto che la banca con questo sistema riesce rapidamente ad ottenere liquidità attraverso il versamento di un capitale da parte dei clienti che hanno deciso di utilizzare questo strumento.
A prima vista, potrebbe sembrare un tipo di investimento scarsamente conveniente, ma non è raro che venga preferito ad un conto deposito, ai buoni fruttiferi, ai titoli di Stato e ad altre forme di risparmio gestito e di investimento a breve termine.
Introdotti sul mercato verso la fine degli anni Settanta, ancora oggi i pronti contro termine sono diffusi sia tra i risparmiatori che tra gli istituti di credito, e sono molto apprezzati nei periodi in cui il mercato offre solo bassi rendimenti e tassi intorno allo zero.
Tuttavia, vale la pena, prima di scegliere questa soluzione, di considerarne sia i pregi che i difetti, dai possibili vantaggi economici, alla tassazione, al livello di rischio.
Rendimento Pronti Contro Termine
Introdotti sul mercato italiano nel 1979, i pronti contro termine sono contratti a breve scadenza in cui la banca, una società finanziaria o un altro intermediario, cedono al contraente un certo numero di titoli, in maggioranza obbligazioni e titoli di Stato, impegnandosi a riacquistarli in un periodo di tempo massimo di dodici mesi.
In pratica si tratta di un prestito di titoli a reddito fisso a fronte di una cessione temporanea di capitale, uno strumento ancora oggi piuttosto apprezzato tanto dai risparmiatori quanto dagli investitori che preferiscono ottenere un basso rendimento in un breve periodo di tempo.
I titoli vengono restituiti alla scadenza a fronte di un prezzo di riacquisto fissato preventivamente tramite contratto e superiore al capitale ceduto in prestito temporaneo. Questo significa che i proprietari dei titoli, banche, hanno l’occasione di recuperare capitale senza rinunciare alla proprietà, mentre i risparmiatori o investitori possono ottenere un certo profitto dovuto alla differenza tra il capitale ceduto e quello in entrata.
Le banche e le società finanziarie utilizzano questo sistema per ottenere rapidamente liquidità, mentre i principali investitori che ricorrono ai PCT sono risparmiatori, investitori e imprese.
Il rendimento dei pronti contro termine è costituito, come si è detto, dalla differenza tra il valore dei titoli al momento della stipula del contratto e il prezzo che la banca offre per riacquistarli a contratto scaduto.
Per la banca, questo tipo di prodotto è un ottimo sistema per ottenere liquidità immediata, mentre per i risparmiatori può essere una valida forma alternativa o un metodo di investimento aggiuntivo da abbinare ad altri prodotti.
Il prezzo di vendita viene stabilito in base al valore dei titoli più le eventuali maggiorazioni, che possono essere ratei o dividendi in base alla natura dei titoli stessi, mentre il prezzo di riacquisto viene stabilito in fase di stesura del contratto e include sia il prezzo originale dei titoli che gli interessi maturati fino alla scadenza
Se, per esempio, la banca vende 100 obbligazioni al prezzo di 1.000 euro e le riacquista dopo un anno esatto a 1.050 euro, il rendimento al lordo delle imposte per l’investitore è pari a (1.050 – 1.000)/1.000 = 0,05, cioè 5%.
Scadenza Pronti Contro Termine
La legge impone una durata ai contratti di pronto contro termine non superiore ai dodici mesi, tuttavia le banche in genere tendono a consigliare periodi più brevi. Il breve termine consente infatti alla banca di avere maggiori garanzie e di mantenere basso il rendimento.
La scadenza ravvicinata è comunque uno dei vantaggi principali di un contratto di pronto contro termine e, per quanto si possa raggiungere il massimo di un anno, è più facile che venga proposto un periodo da uno a tre mesi. Sotto questo aspetto i pronti contro termine sono da considerarsi preferibili ai conti deposito o ai titoli di stato in quanto possono generare un rendimento superiore.
Chiunque desideri invece vincolare il proprio capitale per un periodo più lungo deve necessariamente scegliere altri prodotti.
Svantaggi Pronti Contro Termine
Un elemento da prendere in considerazione è l’impossibilità di svincolare il capitale ceduto alla banca prima della scadenza naturale del contratto anche dietro pagamento di una penale. Allo stesso modo è impossibile cedere il contratto o rivendere le azioni ottenute in presto.
Si tratta quindi di un prodotto di investimento molto poco flessibile, adatto soprattutto a chi ha a disposizione anche altri prodotti finanziari.
L’impossibilità di estinzione anticipata è uno di maggiori svantaggi dei pronti contro termine, anche se recentemente alcune banche hanno iniziato a renderla possibile. Ovviamente in questo caso la chiusura del contratto prima del termine previsto non consente di ottenere gli interessi.
Oltre alla mancata possibilità di svincolo, che comunque per i contratti inferiori a tre mesi non rappresenta un grande problema, uno svantaggio dei pronti contro termine è l’obbligo al pagamento di un’imposta di bollo dello 0,2% sulla somma depositata sul conto titoli. Tale imposta si riferisce alla necessaria apertura temporanea di un conto titoli per tutta la durata del contratto.
La tassazione vera e propria dei pronti contro termine riguarda invece la differenza tra il prezzo dei titoli al momento dell’acquisto e alla scadenza del contratto e gli interessi maturati nel periodo di riferimento.
Visto che un contratto di pronto contro termine non riguarda un capitale depositato in banca, non è protetto dal Fondo Interbancario di Garanzia. Qualora si preferisca un prodotto a breve termine e basso rendimento ma comunque tutelato e garantito, ci si può orientare in alternativa verso i Buoni del Tesoro.
Oggi, tutelarsi nei confronti di eventuali problemi economici da parte della banca non è più considerato superfluo. Infatti, non è per niente raro che un istituto di credito possa attraversare un periodo non favorevole e trovarsi in serie difficoltà economiche.
Come si è visto, un contratto di pronti contro termine rappresenta un acquisto temporaneo di titoli. Nel caso di un eventuale fallimento da parte dell’emittente dei titoli, e quindi di decremento del valore di questi, il rischio si correla alle clausole del contratto, che possono escludere il pagamento degli interessi all’acquirente.
Qualora i titoli fossero invece emessi direttamente dalla banca stessa che li propone in vendita, il fallimento di questa non consentirebbe alcun un in quanto, come si è detto, non è prevista alcuna garanzia.