Il problema di un’azienda, nel momento della sua crescita e per mantenere aggiornata la sua tecnologia produttiva è riuscire a finanziare gli investimenti necessari. Questa guida è volutamente distaccata da quella dei finanziamenti a breve termine, proprio per evidenziare che l’investimento deve essere finanziato con altri strumenti, rispetto a quelli ordinari del breve termine.
Risulta essere molto, troppo frequente, infatti che la ricerca di finanziamenti di un’impresa prescinda dalla finalità della spesa stessa, e si ponga solo come obiettivo il reperimento del denaro, indipendentemente dalla sua forma.
Il finanziamento di un investimento è da finanziare attraverso due modalità principali
-Autofinanziamento, nel caso che l’Azienda abbia potuto creare i fondi al suo interno finalizzati all’investimento futuro.
-Fondi di terze parti, da restituire in modalità corrispondente all’investimento stesso.
Lasciando alla tecnica puramente finanziaria, in ordine alla valutazione di come un investimento debba avere il suo ritorno economico, in questo caso poniamo un termine di paragone estremamente pratico ed operativo, valutare la fonte di finanziamento in base alla modalità di ammortamento del bene oggetto del finanziamento stesso.
Un investimento di un veicolo, di un nuovo sistema informatico o di un sistema di comunicazione, per esempio viene usualmente ammortizzato in cinque anni, un immobile, un capannone industriale, un importante macchinario di produzione, viene ammortizzato in un periodo che va dai 12 ai 20 anni.
Se si riesce a finanziare il bene con un finanziamento avente lo stesso lasso di tempo dell’ammortamento, si realizza la corretta tempistica di rimborso e la corretta fonte finanziaria. Nello stesso modo in cui, una spesa corrente, può essere finanziata da un finanziamento a breve e brevissimo termine.
Dobbiamo quindi affermare che l’investimento ha la necessità di una tipologia di finanziamento specifica e non un semplice finanziamento, quale che esso sia. In assenza di fondi propri, l’approvvigionamento di denaro tramite il canale bancario non impedisce di mantenere questo obiettivo di correttezza e di coerenza. Fermo restando che, ovviamente, le banche tendono a cercare di accorciare il più possibile il piano di ammortamento ed a rientrare del proprio investimento in tempi brevi, non di meno esistono nei canali bancari degli investimenti specifici finalizzati a finanziare specifici investimenti strutturali aziendali.
Occorre quindi avere chiaro che un finanziamento a 60 mesi, dovrebbe essere usato per un investimento che, in 60 mesi, ha già terminato la sua utilità produttiva, oppure ha già iniziato o sta iniziando a produrre reddito.
Parimenti, un investimento in un bene a lungo respiro, come per esempio un capannone o un macchinario di produzione, può essere finanziato con mutui di pari lunghezza, sia per un ordine di coerenza, sia per non gravare annualmente il bilancio con oneri finanziari importanti.
Consideriamo infatti che attualmente il tasso di interesse ha un livello che permette di allungare il proprio debito, senza penalizzare particolarmente la redditività annuale.
Il corretto approccio, inoltre, implica la redazione di un business plan specifico, in cui l’investimento da realizzarsi venga analizzato contestualmente al suo impatto in bilancio, sia dal punto di vista di convenienza economica che dal punto di vista di appesantimento degli oneri finanziari conseguenti all’investimento stesso.
L’adozione del sistema del business plan, per giustificare al finanziatore l’opportunità del finanziamento, viene anche incontro ad una carenza strutturale di pianificazione e programmazione che affligge il nostro sistema di PMI, e che deve scontare una atavica allergia ad un tipo di approccio professionale e metodico al budgeting ed al controlling dell’impresa.
Compilare il business plan, farlo seriamente e non semplicemente annerire le caselle di excel con numeri, significa soprattutto riflettere con attenzione sulla propria situazione attuale, valutare la novazione che si vuole apportare con il nuovo investimento, e considerare la nuova realtà economica che si otterrà dopo l’azione che si vuole intraprendere.
Questo tipo di approccio è un approccio completo e corretto, in cui la valutazione che ne implica la redazione, consente anche all’Imprenditore più artigianalizzato di avere i modi di controllare la propria impresa ed il proprio business. Basta quindi con gli investimenti di impulso ed avanti solo con gli investimenti razionalmente giustificati.
Indipendentemente dalla dottrina di Finanza Aziendale, in cui viene descritta una azienda tipo che in realtà non esiste quasi mai, dobbiamo considerare che la maggioranza delle Imprese italiane è costituita da piccole e micro imprese, in cui non è possibile avere la preparazione tecnica sufficiente per la minima attività di pianificazione finanziaria e di controllo, non per mancanza di volontà o inedia, ma semplicemente perché l’unico protagonista dell’impresa non può fare tutto contemporaneamente. L’investimento quindi viene sentito come necessario, ne viene percepita l’utilità, ma in maniera sentimentale, e non in maniera razionalmente provata da un calcolo finanziario e produttivo specifico.
Migliore è invece la programmazione delle medie e grandi imprese, in cui anche se è assente la figura del CFO, abbiamo comunque almeno uno staff che, all’interno dell’ufficio di amministrazione, si pone come obiettivo la redazione di controlli ed analisi, finalizzati a favorire la scelta strategica e decisionale dell’imprenditore. Mantenere la coerenza della modalità di finanziamento con il bene da finanziarsi è una regola che , se rispettata, consente automaticamente di migliorare gli indici di indebitamento del bilancio e la qualità dell’indebitamento stesso.