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Un progetto imprenditoriale risulta fattibile dal punto di vista economico se consente di raggiungere in tempi ragionevoli un equilibrio reddituale e, successivamente, di conseguire un risultato reddituale positivo.
I tempi ritenuti ragionevoli per il conseguimento dell’equilibrio economico dipendono dal tipo di business e dall’importanza strategica ad esso assegnata.
I fattori che determinano il risultato reddituale possono essere ricondotti a tre classi fondamentali
-Gli elementi strutturali
-I volumi
-Il livello dei prezzi costo e dei prezzi ricavo
Gli elementi strutturali sono rappresentati da fattori quali la capacità produttiva , il grado di diversificazione e l’esperienza acquisita dall’azienda. A parità di elementi strutturali, i ricavi totali, i costi totali e i risultati reddituali previsionali saranno legati soprattutto al configurarsi di due classi di fattori, i volumi che si prevede di produrre e vendere nel periodo considerato, e i prezzi di vendita e di acquisto che si ipotizza di sostenere.
I volumi. La principale determinante dei costi di breve periodo è rappresentata dai volumi. Data una certa capacità produttiva e dati i costi fissi e variabili a questa associati, l’effettivo ammontare dei costi che l’impresa dovrà sostenere sarà infatti legato ai volumi effettivamente prodotti, ovvero al grado di saturazione della capacità produttiva predisposta. I volumi influenzano sia l’ammontare dei costi totali, sia i costi unitari effettivi dei beni prodotti in quanto al variare dei volumi varierà la quota dei costi fissi da imputare alle singole unità prodotte.
Il livello dei prezzi al quale l’impresa acquista e vende beni è in parte determinato da elementi interni all’impresa, e in parte, da elementi esterni. Il livello dei prezzi di vendita, ad esempio, è legato a fattori interni quali la politica dei prezzi decisa dall’impresa ed il grado di differenziazione del prodotto. I prezzi di vendita, tuttavia, sono anche legati a fattori esterni quali la presenza di concorrenti, il loro grado di aggressività sul mercato e i prezzi medi applicati, l’andamento del mercato di sbocco, ecc.
L’analisi costi volumi risultati
L’analisi costi volumi risultati consente di illustrare le relazioni che esistono tra i volumi di beni effettivamente prodotti e venduti da un’impresa e i risultati operativi da questa conseguiti.
In sede di messa a punto del progetto imprenditoriale può essere molto utile effettuare una serie di simulazioni, valutando i risultati connessi a diversi scenari e ipotesi e, quindi, al vario combinarsi di prezzi di vendita, di costi e di volumi. Dato un certo livello di prezzi ricavo, di costi fissi e di costi variabili unitari, è inoltre interessante determinare quale sia il volume d’affari che consente all’iniziativa di coprire i propri costi (ossia di ottenere un risultato operativo pari a zero) e valutare il grado di flessibilità operativa dell’azienda.
Questo tipo di analisi e simulazioni è supportato dall’analisi costi volumi risultati, la quale consente di rispondere a domande simili a queste
-Qual è la relazione tra volumi venduti e risultato economico ?
-Qual è il volume minimo che occorre vendere per coprire tutti i costi?
-Qual è il fatturato minimo che occorre realizzare per coprire tutti i costi?
-Che effetto ha sul punto di pareggio e sul risultato reddituale la decisione di esternalizzare la produzione di un dato componente ?
-Se aumentiamo i volumi di vendita abbassando i prezzi o rafforzando le azioni di vendita, quale sarà l’effetto sul risultato reddituale?
-Qual è l’effetto prodotto da una variazione del mix dei beni venduti?
-A quale livello di fatturato dobbiamo mirare al fine di ottenere un certo livello di utili?
Al fine di svolgere in modo corretto l’analisi costi volumi risultati, è importante avere le idee chiare sul comportamento delle diverse categorie di costi.
La classificazione dei costi
Quando si considerano i costi in una prospettiva previsionale, è molto importante distinguere i costi che presentano diverse determinanti. A questo riguardo è possibile distinguere
-Costi connessi all’attività tipica svolta dall’impresa
-Costi legati al suo fabbisogno finanziario e all’indebitamento connesso
-Costi legati all’imposizione fiscale.
I costi di gestione caratteristica possono a loro volta essere classificati in due grandi categorie. costi fissi e costi variabili.
I costi variabili sono quei costi direttamente e strettamente correlati al volume di produzione e vendita. Rientrano in questa categoria costi quali le provvigioni di vendita, i consumi di materie prime, e le lavorazioni esterne. Nel caso possa essere facilmente dismessa anche la manodopera diretta può essere inclusa in questa categoria. Nonostante l’analisi costi volumi risultati assuma che tra volumi e costi variabili vi sia una relazione lineare, nella realtà fra questi due fattori ci sono molte variazioni dei volumi che comportano variazioni nei costi variabili unitari.
I costi fissi sono tutti i costi che non risultano direttamente e strettamente correlati al volume di produzione e vendita. Rientrano in questa categoria costi quali la manodopera indiretta, la manodopera diretta, gli affitti, le quote di ammortamento, la pubblicità, le consulenze legali e amministrative e le manutenzioni. L’analisi costi-volumi-risultati assume l’ipotesi semplificatrice che i costi fissi rimangano invariati, qualsiasi sia il volume realizzato.
I costi fissi di gestione caratteristica solitamente si suddividono a loro volta in costi fissi di struttura e costi fissi di sviluppo.
-I costi fissi di struttura. Sono costi strettamente connessi alla capacità produttiva. Rientrano in questa categoria i costi del lavoro e tutti i costi non proporzionali ai volumi connessi alle attività di trasformazione tecnica, di vendita e di amministrazione dell’azienda-
-I costi fissi di sviluppo. Si tratta di costi che sono fissi in quanto non variano direttamente in relazione al variare dei volumi di produzione e di vendita. Sono però costi che non dipendono dalla capacità produttiva dell’azienda, ma sono destinati a sostenere lo sviluppo futuro dell’azienda. Tipici di questa categoria sono i costi di ricerca e di sviluppo, di formazione del personale e una buona parte dei costi di marketing.
Costi totali e costi unitari
Sommando costi fissi e costi variabili si ottengono i costi totali di gestione caratteristica. Dividendo i costi totali per il volume di beni prodotti e venduti, si ottiene il costo totale unitario.
Il punto di pareggio operativo
Il punto di pareggio operativo rappresenta l’ammontare di vendite che consente di coprire i costi operativi aziendali (ovvero i costi legati alla gestione tipica). Il punto di pareggio può essere inteso come numero di pezzi da produrre e vendere per andare a pareggio (si chiama punto di pareggio in volumi) o come fatturato da conseguire per andare a pareggio.
Il punto di pareggio operativo in volumi.
I passaggi matematici che consentono di determinare i volumi da produrre e vendere per coprire tutti i costi di gestione caratteristica sono molto semplici
BEP oper.vo = CF / Ricavi unitari – Costi variabili Unitari
La differenza tra ricavi unitari e Costi variabili unitari è il margine di contribuzione unitario, ovvero il margine che ogni singola unità venduta lascia per la copertura dei costi fissi e la generazione di un utile operativo.
Quindi la formula diventa
BEP oper.vo = CF/ Margine di contribuzione unitario
A livello grafico il punto di pareggio è il punto nel quale la retta dei ricavi incrocia la retta dei costi totali. Dove la distanza fra la retta dei ricavi e quella dei costi gestione caratteristica totali rappresenta il reddito operativo. Prima del punto di pareggio tale risultato è negativo, oltre è positivo.
Il punto di pareggio in fatturato.
Oltre che in volumi, il punto di pareggio può essere calcolato in fatturato, determinando appunto, il fatturato da conseguire per coprire tutti i costi.
Dal punto di vista matematico al fine di ottenere il fatturato di pareggio invece che il volume di pareggio basta moltiplicare i membri dell’equazione del punto di pareggio in volumi per il prezzo di vendita
Fatturato = CF / (Margine di contribuzione Unitario / Prezzo)
Oppure
Fatturato = CF / Margine di contribuzione % (dove MDC %=Mdc unitario/Ricavi unitari).
Molto semplice.